MANY POSSIBLE CITIES
21.22.23 febbraio 2020
Manifattura Tabacchi, Firenze

 

Le registrazioni degli incontri e dei talk di Many Possible Cities, un festival dedicato alla rigenerazione urbana, che si propone come luogo dove riflettere sul futuro delle città.

Tra i temi trattati in questa edizione, l’arte, l’uso temporaneo degli spazi e il green thinking. Oltre venti ospiti - artisti, curatori, architetti, ricercatori - per condividere pratiche, frontiere, immaginari, contraddizioni e difficoltà collegate alla trasformazione di edifici e spazi urbani. 

I latersounds di Many Possible Cities sono organizzati in tre categorie: TALK, INTERVISTE e DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO... 

 


 

TALK 

Arte come strumento di azione, relazione e riflessione sugli spazi nei processi di rigenerazione
lingua: EN

con Andreas Angelidakis, Andrea Bartoli (Farm Cultural Park, Agrigento), Cristiana Perrella (Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato), Ippolito Pestellini Laparelli.

Global Tools 1973-1975: quando l'educazione coinciderà con la vita
lingua: IT

con Valerio Borgonuovo, Silvia Franceschini e Caterina Taurelli Salimbeni

Da Posti a Luoghi - strategie di riutilizzo adattivo degli edifici e degli spazi
lingua: EN

con Kendall Tichner (Industry City, New York), Johan Nicolas (La Friche la Belle de Mai, Marseille), Adam Thorpe (UAL Central Saint Martins, Design Against Crime, London) e Marco Tognetti (LAMA - Developing Change)

Verde sì, ma per chi? Il futuro delle città tra resilienza, adattamento e accesso
lingua: EN

con Indy Johar e Gregory Eve


INTERVISTE
 

Andreas Angelidakis, PONTE [EN]
Cosa è un ponte? È un luogo o una cosa? Può diventare uno spazio relazionale? A partire da queste domande, Radio Papesse conversa con Andreas Angelidakis, un architetto che non costruisce, come lui stesso si descrive, e che piuttosto si muove tra i linguaggi dell’arte, della curatela e della scrittura. Con Angelidakis si è parlato di spazi urbani, edifici ed architetture che abilitano la partecipazione democratica e i diritti di cittadinanza.


Andrea Bartoli, Dieci anni di Farm Cultural Park [IT]
“...sognare, progettare e costruire la città è compito di ognuno di noi...”
Andrea Bartoli racconta ai microfoni di Radio Papesse i dieci anni di Farm Cultural Park. 
Dal ‘piccolo museo delle persone’ che ha trasformato il centro storico di Favara, alla ‘Società per Azioni Buone’ che ne rappresenta il futuro. Un modello di filantropia privata per creare un’economia delle persone per una trasformazione attiva e partecipata delle città attraverso lo strumento dell’impresa sociale: uno strumento alternativo di sogno, progettazione e costruzione del futuro di piccole comunità.


Valerio Borgonuovo & Silvia Franceschini, Global Tools e la pedagogia radicale
La Global Tools torna laddove è nata, a Firenze. Torna grazie a Valerio Borgonuovo e Silvia Franceschini, gli autori Global Tools 1973-1975. Quando l’educazione coinciderà con la vita, una straordinaria raccolta di documenti storici e contributi critici sull’omonima esperienza di radical design e del suo programma multidisciplinare di scuola ‘senza studenti né professori’. Con Valerio Borgonuovo e Silvia Franceschini si è parlato di pedagogia radicale, teoria e pratica, delle premesse storiche e teoriche degli esperimenti educativi degli anni 70, dell’eredità della Global Tools. 
 

Riccardo Luciani & Caterina Taurelli Salimbeni, L'arte in spazi provvisori

Kendall Tichner, Da Industry City a Los Angeles
Per riuso adattivo degli spazi si intende quel processo di trasformazione e riadattamento di edifici che non vengono più utilizzati secondo la loro funzione originale, mantenendo però le loro caratteristiche architettoniche ed estetiche. Una delle più grandi sfide dei processi di riuso adattivo degli spazi è quella di riuscire a creare luoghi inclusivi, sicuri, partecipati. Ma quando è tempo di lasciare camminare da solo un progetto che si è contribuito a costruire e lanciare? Kendall Tichner racconta a Radio Papesse il percorso fatto per dar vita a luoghi inclusivi - a partire dal suo lavoro con Collision Project e ad Industry City a New York - e rilancia nuove idee per i suoi progetti in divenire a Los Angeles.




DI COSA PARLIAMO....

Una serie prodotta da Radio Papesse, un glossario di base su alcune delle questioni più attuali nel dibattito sulle città contemporanee: gentrificazione e cambiamento climatico, accesso, spazio pubblico, ingiustizia sociale, rigenerazione urbana, vuoti urbani, spazi e luoghi...

Di cosa parliamo quando parliamo di rigenerazione urbana?
La rigenerazione urbana è gestione degli spazi urbani affiancata da una precisa politica di sviluppo e sostenibilità sociale. Il termine indica quel tipo di recupero di patrimoni edilizi che persegue socialità, sostenibilità e diversità sociale. La rigenerazione urbana può essere un’opportunità: nuovi spazi di vita, di lavoro, di espressione del proprio diritto di cittadinanza. La rigenerazione urbana risponde a una domanda di vivibilità diffusa, di città policentriche e di centralità relazionale anche nelle aree fino ad oggi considerate marginali, in quelle che Ilda Curti chiama zone di fatica. È in questi spazi che l’arte e la cultura vanno per mano con il cambiamento sociale… E infatti, la rigenerazione urbana a base culturale è oggi un mantra dei bandi pubblici e privati, ma nel suo specificare, sembra quasi dire che esistano forme rigenerative che non tengono di conto delle dinamiche culturali. Come dire, il soffritto lo fai a base d’olio o burro? Quale è la ricetta per il successo? Il tiramisù lo fai coi pavesini o coi savoiardi? Forse in realtà non c’è alternativa; la rigenerazione è un processo culturale. È il modo in cui la società si proietta sul territorio, lo vive e lo rivive.

Di cosa parliamo quando parliamo di spazi e luoghi? 
Un luogo è uno spazio dotato di significato. Il significato è prodotto in conversazioni e le conversazioni sono la materia prima di cui sono fatte le comunità. (Ezio Manzini) In senso ampio si intende per luogo una parte dello spazio idealmente o materialmente circoscritta. In un’enciclopedia e in un dizionario troveremo la nozione di luogo declinata in geometria, astronomia, teologia, antropologia, geografia… Quando si parla di rigenerazione urbana i concetti di luogo e spazio sono cruciali, e cruciale ne è la comprensione riguardo alla trasformazione dei cosiddetti vuoti urbani. Ma cosa sono i vuoti urbani? Proviamo a capirlo insieme a Marco Tognetti di Agenzia Lama. 

Di cosa parliamo quando parliamo di gentrification. E il clima che c’entra?
La parola gentrificazione è un’adolescente della lingua italiana. La sua prima attestazione risale al 1982, entra nel dizionario Zingaretti vent’anni dopo, nel 2013. Nel 2011, sul palco di San Remo Robert De Niro parla della sua infanzia, di Little Italy e di… gentrification. Il duo Canalis-Morandi si guardano senza parole. Ancora oggi, su wikipedia è una voce in abbozzo. Dalla Treccani leggiamo che il termine è stato ‘coniato nel 1964 da Ruth Glass e con il quale si intende quel fenomeno di rigenerazione e rinnovamento delle aree urbane che manifesta, dal punto di vista sociale e spaziale, la transizione dall’economia industriale a quella postindustriale. La gentrificazione è tipica delle città globali, associata alle politiche a indirizzo neoliberale, con forte permeabilità delle arene pubbliche locali agli interessi del capitale privato. Gli effetti della gentrificazione consistono in un radicale mutamento delle aree più depresse delle città industriali, in termini sia di ambiente costruito sia della composizione sociale’. In questo episodio cerchiamo di capire come il fenomeno sia amplificato da certe politiche di verde urbano e dal cambiamento climatico. 

Questo sito utilizza cookie per monitorare la tua esperienza di navigazione del sito. Per maggiori informazioni su come utilizzare e gestire i cookie, consulta la nostra Informativa sui cookie. Chiudendo questa notifica acconsenti al nostro utilizzo dei cookie.
OK, ho capito