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Il museo d'arte contemporanea - così come si trova, in equilibrio instabile tra la sua insita natura conservativa e la proiezione sulla contemporaneità più sfuggente - deve necessariamente fare i conti con il mercato culturale tout court ma soprattutto non può non risentire dei mutamenti patologici del mondo della produzione artistica. Scrive infatti Adriana Polveroni "non è solo un fatto dovuto meramente all'invadenza del mercato a modellare il museo in un centro polifunzionale, per cui assume le sembianze di un'entità dove la traccia culturale appare sbiadita....la sua nuova identità ha a che fare prevalentemente, anzi è l'esemplificazione più immediata della natura dell'arte in essa ospitata".

Da questa constatazione, l'autrice This is Contemporary, volume pubblicato da Franco Angeli, prende le mosse per un'analisi contestuale e super-attuale del museo d'arte contemporanea in Italia, in Europa e nel mondo. Scrive dei musei megastore, dei musei come superluoghi e hotspot del noecolonialismo culturale, si sofferma sulla potenza mediatica dell'architettura - No building no party scrive Pippo Ciorra - sull'arte pubblica come orizzonte possibile, sul ruolo del pubblico nella formazione del gusto e sulla costruzione consapevole del pubblico.

In occasione di Artissima, Radio Papesse ha incontrato e intervistato Adriana Polveroni e con lei abbiamo parlato, appunto, dello stato attuale dei musei d'arte contemporanea.

L'intervista è accompagnata da Outright di Caper tratto da Buben vs School of exist scaricabile dal sito www.earthmp.com.
 

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