La musica di Beethoven risuona nel cantiere del Parco della Musica di Firenze ma non arriva dal Teatro; improvvisamente viene rotta da voci, martellate e rumori di smantellamento.

 

Quest’insieme di suoni, rumori e musica è una traccia della ricerca di Davide Tidoni nel cantiere nel Nuovo Teatro; traccia poetica di un confronto conflittuale con uno spazio in trasformazione e sospeso nel tempo.

 

The New Shape of Public Architecture raccoglie solo un frammento del periodo che Tidoni ha trascorso in cantiere, esplorandone i confini, i luoghi in trasformazione e cercando di comprenderne la natura in evoluzione.
Il titolo fa riferimento a un articolo in cui il cantiere fiorentino viene presentato guardando al futuro delle nuove forme dell’architettura pubblica. Tidoni si interroga su quali siano quelle forme ma gli interrogativi rimangono aperti e ciò che resta è un ascolto in tre movimenti, in attesa vana, che qualcosa accada. 

 

Nell'introdurre il suo lavoro, Tidoni scrive:


Il progetto The New Shape of Public Architecture trasfigura il conflitto personale che ho vissuto confrontandomi con le forme del cantiere del Nuovo Teatro e Parco della Musica di Firenze. Fin dalla mia prima visita al cantiere ho avuto grandi difficoltà a trovare una giusta distanza emotiva con cui rapportarmi al progetto del Nuovo Teatro. Non mi è stato facile riuscire ad accettare serenamente l'incuria contraddittoria che il sito esternava e ho impiegato parecchio tempo per ideare una strategia che mi permettesse di sublimare una tale aggressione. L'impotenza e la frustrazione che sentivo di fronte alle scelte politiche e culturali che il progetto materializzava mi hanno messo in crisi e mi hanno portato a dubitare il valore autentico della mia presenza sul campo. Per potermi ritrovare ho dato ascolto al quotidiano, ai fatti e alle persone che lavoravano nel cantiere. Sebbene questi incontri mi parlassero ancora una volta di una realtà indifferente e disaffezionata, non riuscivo a non provare empatia per il dato umano che l'ascolto chiamava in causa. Mi sono aggrappato a quel sentimento e mi sono aperto allo scambio con alcuni lavoratori. Questa scelta si è trasformata in un gioco di gruppo che ha incluso la diffusione sonora nel cantiere del programma musicale eseguito in occasione dell'apertura temporanea del Nuovo Teatro e la registrazione di una serie di interventi estemporanei in cui io e i lavoratori ci siamo scambiati ruoli e compiti.
Solo attraverso la qualità della relazione umana e l'appropriazione del luogo ho potuto reggere il confronto e affrontare la nuova forma di architettura pubblica proposta dal progetto. Queste le strategie utlizzate per non soccombere. La ricerca del sè, il rafforzamento di una resistenza localizzata e il riconoscimento del potenziale appagante della condivisione di gruppo.

 

Davide Tidoni è un ricercatore e artista italiano. Il suo lavoro investiga le relazioni tra suono e spazio abbracciando diverse modalità di ascolto, intervento e ricerca sul campo. La sua attività di studio si concentra sull’ideazione e organizzazione di workshop in cui vengono prodotte e sperimentate strategie di ascolto in situ. Ha esposto e presentato il suo lavoro al Barbican Centre - London (2012), Ars Electronica Festival - Linz (2011), La Biennale di Architettura di Venezia (2010), la School of Humanities and Social Sciences University of Exeter (2009).


The New Shape of Public Architecture è un lavoro di Davide Tidoni per Nuovi Paesaggi, un progetto di Radio Papesse e Villa Romana; è prodotto da Radio Papesse e curato da Lucia Farinati.

Grazie a tutti quelli che a diverso titolo hanno contribuito alla realizzazione del lavoro: Laura Arlotti, Chiara Banchini, Tiziano Bonini, Francesco Canavese, Francesco Casciaro, Irene Chellini, Enzo Cimino, Attila Faravelli, Francesco Giomi, Roberta Porciani, Letizia Renzini, Pietro Riparbelli e Francesca Zardini.
Inoltre Davide ringrazia: Dragosc e Macje, Trattoria Sabatino e La Panetteria di Via Pisana, il Merlo, il Finanziere, la Sicurezza, Jonny, la coppia austriaca in vacanza, Tiro a Segno alle Cascine e "viola l'è èl culùr dèi mórc" (viola è il colore dei morti).
 

Questo sito utilizza cookie per monitorare la tua esperienza di navigazione del sito. Per maggiori informazioni su come utilizzare e gestire i cookie, consulta la nostra Informativa sui cookie. Chiudendo questa notifica acconsenti al nostro utilizzo dei cookie.
OK, ho capito