Tim Eitel esplora il quotidiano attraverso la pittura.
Nei suoi lavori quello che è considerato una macchia della società, quello che di solito viene nascosto come la spazzatura, è mostrato e sebbene ogni riferimento contestuale sia eluso, la vulnerabilità di quelle scene è del tutto familiare.
Lo sguardo di Eitel – artista tedesco tra i più riconosciuti a livello internazionale della New Leipzig School è fotografico e porta lo spettatore a entrare nella scena, a immedesimarsi con essa; uno sguardo che trasforma l'opera perché non esiste un'opera d'arte, ma tante quante sono le persone che guardano il dipinto e lo fanno proprio.

Tim Eitel, Hunger, olio su tela, 2009, courtesy Galerie Eigen + Art Leipzig/Berlin e The Pace Gallery , ph. Uwe Walter. 

La musica che accompagna l'intervista è tratta dall'album What remains in a breath di Massimo Berizzi pubbblicata da Creative Commons per 51beats.net netlabel
 

 

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