Le immagini parlano

Storie di immagini, fotograf3 e artist3

SONORA

Dieci opere dalle collezioni valorizzate dalla Fondazione Modena Arti Visive. 

Le immagini parlano è una serie dedicata a dieci opere, dieci immagini di Giovanni Bellone, Samanta Batra Mehta, Alighiero Boetti, Elina Brotherus, Nan Goldin, Naoya Hatakeyama, Luigi Malerba, Dayanita Singh, Edward Weston e Akran Zaatari.

Le immagini parlano è prodotto da Radio Papesse in occasione della mostra Logos. Le immagini parlano, alla Fondazione Modena Arti Visive - nella sede di Palazzo Santa Margherita - dal 15 settembre all'11 febbraio 2024. Due uscite al mese, da settembre 2023 a gennaio 2024:

13 settembre: Nan Goldin e Dayanita Singh
16 ottobre: Edward Weston e Elina Brotherus
13 novembre: Bellone/piero Manzoni e Luigi Malerba
18 dicembre: Alighiero Boetti e Samanta Batra Meta
15 gennaio: Naoya Hatakeyama e Akram Zaatari


Curata da Chiara Dall’Olio, la mostra raccoglie opere provenienti dalle collezioni di fotografia e disegno di Fondazione di Modena e Comune di Modena, ora gestite e valorizzate da Fondazione Modena Arti Visive. 

 

Dayanita Singh
Myself, Mona Amhed (1989-2001)
21 fotografie in bianco e nero, stampe alla gelatina ai sali d’argento, 30,5 x 45,5 cm ciascuna

21 scatti e 12 anni di vita.
21 scatti che raccontano la drammatica parabola di Mona Ahmed. Di Mona e Ahmed allo stesso tempo, né maschio, né femmina, ma un eunuco di Dehli, una delle tante, sebbene unica. A raccontarne la storia è Dayanita Singh, fotografa, grande narratrice per immagini, biografa e sua amica. Il ritratto che ne emerge vive della fiducia e dell’affetto che le unisce. 

Per parlare di Myself, Mona Ahmed – del portfolio di 21 fotografie esposto nella mostra Logos. Le immagini parlano, bisogna partire da qui, dall’amicizia tra Mona e Dayanita Singh.  

La voce di Dayanita Singh che ascoltate in quest’episodio è tratta da un suo talk al MOMA e da un’intervista rilasciata alla Hasselblad Foundation, in occasione dell’omonimo premio assegnatole nel 2022.



Nan Goldin
Cookie at a restaurant, Positano, 1986

fotografia a colori, stampa Cibachrome, 69,9 x 99 cm

“Le istantanee sono quasi come un atto d’amore, sono scatti che si fanno per ricordare persone, luoghi, momenti. Scatti che immortalano una storia per creare la storia. E viceversa.”

Sono le parole di Nan Goldin a proposito della sua fotografia.
Dagli anni Settanata l'artista americana scatta migliaia di istantanee: fotografa le feste e i momenti di calma, la quotidianità e gli eccessi, la droga e il sesso. Fotografa suoi amici e se stessa in ogni situazione. Fotografa così tanto che le persone intorno si dimenticano del fatto che lei stia immortalando ogni momento.

Ma chi è la donna seduta al tavolo di un ristorante a Positano nel 1986?
Cookie at a restaurant. Positano 1986 ci porta nel mondo di Nan Goldin, nel privato della sua famiglia queer. Uno scatto che immortala una storia per creare la storia.

 


La voce di Nan Goldin che ascoltate in quest’episodio è tratta da frammenti di interviste e conferenze pubbliche che l’artista ha rilasciato negli anni e che sono accessibili su YouTube [QUI, QUI e QUI].

Per conoscere meglio il suo lavoro e capire come le esperienze degli anni ‘70 e ‘80 abbiano influenzato il suo lavoro di artista e attivista sino ad oggi, vi consigliamo cercare il bellissimo documentario All the beauty and the bloodshed - in Italiano Tutta la bellezza e il dolore - della regista Laura Poitras.

Mentre la vita di Cookie Mueller è raccontata da Cookie stessa in una serie di scritti che intrecciano il tragico e il surreale, la psichedelia e il trash. Le sue poesie e i racconti brevi sono stati pubblicati nella raccolta Walking Through Clear Water in a Pool Painted Black. Oppure la potete ritrovare nei film di culto del regista John Waters, uno fra tutti: Pink Flamingos.

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