Difficult Heritage

Doppelgängers and dissonant bodies in post fascist and postcolonial Italy

SONORA

Il 4 giugno Radio Papesse partecipa a Uncivil Society - Discursive bodies in right wing spaces, una giornata di radio promossa a Monaco di Baviera dal Goethe Institut e da Radio 80000. Uncivil Society nasce dall'esplorazione della dimensione transnazionale dell'estremismo di destra e dei suoi sviluppi nello spazio politico, cognitivo, acustico e digitale.

Con Radio Papesse contribuiamo al programma della giornata con Difficult Heritage, un documentario audio in cui si parla di corpi e monumenti nell'Italia post-fascista e post-coloniale. Interrogarsi sul tipo di memoria che scegliamo di tramandare è fondamentale per discutere i modi in cui l'eredità coloniale è stata affrontata e per risignificare la nostra conoscenza collettiva, allargando il discorso pubblico ai corpi emarginati e dissonanti. Nel 2020, il movimento Black Lives Matter ha innescato in Italia un dibattito senza precedenti sull'eredità coloniale e abbiamo avuto modo di incontrare e seguire alcune delle voci più interessanti che hanno contribuito a questa discussione pubblica.

Tra i nostri ospiti - Esper Postma, Binta Diaw, Carmen Belmonte e Angelica Pesarini.

Vogliamo ringraziare alcune istituzioni e persone che ce li hanno fatti conoscere: Villa Romana e Angelika Stepken, Justin Randolph Thompson - Black History Month Florence, Simone Frangi e il Kunsthistorisches Institut in Florenz


La musica che accompagna Difficult Heritage è Angel-headed Hipsters di Francesco Giannico.

 
Arnold Holzknecht e Michele Bernardi, Niemand hat das Recht zu gehorchen, Piazza del Tribunale, Bolzano, 2017.

 

|| BIO || 

Esper Postma (Amsterdam, 1988) vive tra Deventer e Berlino. Tra il 2020 e il 2021 ha ricevuto un assegno di ricerca da Villa Romana e dal Kunsthistorisches Institut Florenz – Max-Planck-Institut. Diplomatosi nel 2015 alla Städelschule di Francoforte, nel 2020 ha partecipato al BPA// Berlin Program for Artists. Tra le sue recenti mostre personali ricordiamo Salome presso il Westfälischer Kunstverein e Rebis presso lo Stadtmuseum Lindau. Ha preso parte a diverse mostre collettive presso il Martin Gropius Bau di Berlino, il Moscow Museum of Modern Art, l’Hotel Maria Kapel (HMK) di Hoorn, il PS120 di Berlino e il Museum für Moderne Kunst (MMK) di Francoforte sul Meno. 

Il prossimo 6 luglio 2022, per Manifestiamo a Villa Romana, Esper Postma prenderà parte alla tavola rotonda Public Time, Monuments and Ghosts in Florence: A Walk and a Conversation, insieme a muSa Michelle Mattiuzzi, Neda Saeedi, Eleni Kamma, Vyjayanthi V. Rao, Hannah Baader, Costanza Caraffa e Angelika Stepken. 

 

Carmen Belmonte è ricercatrice presso il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut e docente a contratto in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Firenze. Dopo aver compiuto gli studi presso l’Università della Calabria e l’Università di Pisa, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte all’Università di Udine. Ha ottenuto incarichi e borse di studio postdottorali presso università e istituti di ricerca quali la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la Storia dell’Arte, l’American Academy in Rome e l’Italian Academy for Advanced Studies in America della Columbia University, New York.

Le sue ricerche e pubblicazioni scientifiche sono dedicate alla cultura visiva e materiale del colonialismo italiano, alle mostre e alla ricezione dell’arte del Ventennio fascista, e al ruolo del patrimonio culturale dopo le catastrofi naturali. Di recente ha pubblicato Arte e colonialismo in Italia tra Otto e Novecento. Dinamiche politiche e strategie visive nella prima Guerra d'Africa.


Binta Diaw è un'artista visiva senegalese-italiana. Ha studiato Belle Arti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e ha ottenuto un MA all’ESAD Grenoble-Valence, in Francia. La sua ricerca è volta alla creazione di installazioni di varie dimensioni e opere che commentano fenomeni sociali come la migrazione, l’immigrazione e l’antropologia, ma anche come il suo corpo si relaziona con la natura e le nozioni di identità. Sfidando lo sguardo occidentale attraverso una realtà sovvertita, la sua pratica mette in discussione le percezioni di italianità e africanità in relazione al suo patrimonio culturale e alla sua educazione.

 


Binta Diaw, Nero Sangue, 2020, installazione con pomodori, tessuto di cotone e traccia audio. 


Angelica Pesarini ha conseguito un dottorato in Sociologia e Studi di Genere alla University of Leeds e ha lavorato come docente di Genere, Razza e Sessualità alla Lancaster University prima di tornare in Italia nel 2017, dove ha tenuto il corso Black Italia, alla New York University di Firenze. La ricerca di Pesarini si concentra sulla performatività della razza nell’Italia coloniale e post-coloniale e sulla razzializzazione del discorso politico italiano contemporaneo. Pesarini ha precedentemente indagato le relazioni tra identità di genere e attività economiche in alcune comunità rom che vivono a Roma, analizzando le strategie di rischio, la sopravvivenza e le opportunità nel contesto della prostituzione minorile maschile a Roma. Ha pubblicato diversi saggi accademici e ha partecipato a diverse pubblicazioni collettive.  Dal 2021 è Assistant Professor in Race and Cultural Studies / Race and Diaspora and Italian Studies alla University of Toronto. 

 

Difficult Heritage documenta parte di un dibattito che negli ultimi anni ha raccolto molte artiste e ricercatori in Italia.

Vi consigliamo un libro appena uscita per Mimesis, Colonialità e culture visuali in Italia. Percorsi critici tra ricerca artistica, pratiche teoriche e sperimentazioni pedagogiche, curato da Simone Frangi e Lucrezia Cippitelli, un volume che analizza il ruolo della produzione culturale nella costruzione ideologica di narrative razziali legate alla storia coloniale italiana,  in un percorso teorico che si affianca alle pratiche di artisti italiani e artisti africani che, a partire da posizionalità diverse e complementari, hanno saputo intessere una maglia di riflessioni sull’eredità contemporanea di un lungo periodo storico ampiamente dissimulato.

Nel 2020 Valerio Del Baglivo e Sara Alberani hanno dato vita a LOCALES, una piattaforma curatoriale nata per attivare una riflessione sulla sfera pubblica attraverso le pratiche artistiche. Il loro progetto Hidden Histories mira a ridiscutere criticamente l’eredità storico-artistica cittadina, adottando approcci e metodi del pensiero decoloniale. L'edizione del 2021 ha riflettuto in chiave decoloniale - attraverso performance, laboratori, talk ed esplorazioni urbane - sul patrimonio culturale e storico di Roma. La terza edizione è in programma per settembre 2022.

Date un'occhiata anche a Postcolonial Italy: Mapping Colonial Heritage, un progetto collaborativo, iniziato nel 2018 da Markus Wurzer (University of Graz) and Daphné Budasz (European University Institute) a Firenze, e pensato per stimolare il dibattito pubblico intorno a uno dei capitoli meno conosciuti della storia d'Italia. 


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Lo scorso novembre abbiamo pubblicato The transnational dimension of right-wing extremism, una conversazione a più voci, con Lorenzo Monfregola e Tina Askanius. Questa produzione è stata commissionata dal Goethe-Institut, in occasione di Performing Architecture, una serie di workshop ed eventi organizzati a Venezia, in collaborazione con Münchner Kammerspiele at the Habibi Kiosk Venedig. 

 


 

 

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