Germano Celant in conversazione con Dan Graham

INTERVISTE

Per la serie To be Made, al Festival dell’Arte Contemporanea di Faenza Germano Celant ha intervistato Dan Graham.

Un critico e un artista legati da un rapporto di amicizia e collaborazione che dura da quasi quaranta anni e che li ha portati, da prima, a vivere il fermento artistico della New York a cavallo degli anni Sessanta e Settanta e che li ha visti poi impegnati insieme in vari progetti artistici (basti pensare a Arte e Ambiente per la Biennale di Venezia del 1976 o ad Arte e Architettura a Genova nel 2004).


Qui ripercorrono le tappe salienti della carriera artistica di Graham. Da Homes for America alle innumerevoli collaborazioni con artisti e musicisti, dall’esperienza didattica al Nova Scotia College of Art e dai testi critici di Rock my Religion alla progettazione dei pavillion, dall’ibridazione dei supporti all’uso dell’umorismo come strumento critico.


La riflessione spazia poi in modo più ampio al rapporto tra arte e architettura, tra arte e design, al ruolo sociale del museo, alla logica corporate che si sta imponendo – in quanto a modelli di sviluppo e organizzazione – in ambito museale e che sta trasformando l’arte in commodities. Una realtà, quella contemporanea, ben lontana dallo spirito e dagli anni in cui Graham e altri tentavano di allargare il linguaggio dell’arte, andando oltre la mera produzione di oggetti ma piuttosto elevando l'attività artistica a creazione di campi di energia.


Il pezzo che accompagna l'intervista è What about the deep di Superbus, scaricabile dalla net label sojusrecords.com.
 

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