Aliou Diack dit Badou

Nature, son et peinture

INTERVISTE

Mi chiamo Aliou Diack, ma i miei amici mi chiamano Badou.

 

Sono nato in un villaggio di agricoltori immerso nella foresta in Senegal e da lì viene il mio amore per la natura, per la foresta, per gli animali...tutti elementi che ritornano nel mio lavoro.

Quando ero bambino, per andare a scuola, dovevo camminare un'ora nella foresta. Durante il percorso sentivo animali ed uccelli, ma avveo paura di guardare, li ascoltavo. Per questo motivo, oggi nel mio lavoro, si vedono delle figure animali talvolta solo in parte riconoscibili: è come se tu camminassi nella foresta, li senti, forse li riconosci, ma hai paura di guardare.

 

Il mio è un lavoro semi-astratto e semi-figurativo, devi entrarci dentro, ascoltarlo...

[...]

C'è un cantante che dice: "visto dall'alto, il mondo è fatto di un solo popolo" [ndr: Soulemayne Dyamanka, poeta senegalese] amo questa frase. È così che dobbiamo vivere, per me non ci sono Senegalesi, Italiani, Francesi, Inglesi...siamo tutti degli essere umani.

 

Quest'intervista è in francese, clicca qui per leggerne una trascrizione

L’intervista a Aliou Diack è prodotta in collaborazione con Villa Romana, nell’ambito del progetto SEEDS FOR FUTURE MEMORIES, una piattaforma di scambio artistico tra Villa Romana, Firenze e Thread, una residenza per artisti a Sinthian, Senegal.

Nel corso del 2018, tredici artisti si sposteranno tra l'una e l'altra residenza per dare voce ai due poli degli attuali flussi migratori. Aliou Diack è uno di loro.

 

Per saperne di più, visitate il sito www.seedsforfuturememories.com.

 

 

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