In genere – dice Neil Hamon - sono interessato al nostro rapporto con la perdita e ai nostri tentativi di superarla attraverso la narrazione e la finzione.

Neil Hamon, Mike Drewson & Damian Rowley - 3rd Infantry Division. U.S. Army. September 1944, stampa in bianco e nero colorata a mano, 2007. 

E di questo parla la serie di diciotto ritratti, appartenenti alla serie Living History Archive, che presenta alla 52ma Biennale di Venezia; un lavoro documentario - come lui stesso lo definisce - attraverso il quale Hamon esamina l'ossessione per il ricordo e la storia. 
Le sue foto congelano attimi, uomini e situazioni che a loro volta rimandano in modo dettagliato a eventi passati. Le fotografie esposte a Venezia sono il frutto di uno studio meticoloso, di un viaggio che Hamon ha fatto nelle isole inglesi alla scoperta di rievocazioni storiche di battaglie. 

Con lui abbiamo parlato del suo lavoro, del suo rapporto con la storia e con la perdita, del lavoro meticoloso e dell'approccio nostalgico di quegli uomini che nel fine settimana tornano indietro, agli anni della guerra in Vietnam o a quelli della Seconda Guerra Mondiale, della serie fotografica Suicide Self Portraits e di come tra i suoi suoni preferiti ci siano quello prodotto dai fischietti di richiamo per uccelli. 

Musiche di Abyssal Plains e Mystified. 

 

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