Qual è l'OPERA del XX Secolo? quale lavoro vi ha più colpiti, suggestionati; quale ha lasciato su di voi un segno indelebile?
Raccontatelo a Radio Papesse.

È questo l'invito che vi avevamo rivolto alla vigilia del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, appena conclusosi e dedicato quest'anno alle OPERE. Abbiamo raccolto le vostre segnalazioni - spiccano Picasso, Marcel Duchamp e Andy Warhol - e abbiamo presentato i risultati del call ad alcuni relatori del festival analizzando insieme certi dati interessanti che emergono dalle vostre scelte:

- la quasi totale assenza di artiste donne [fatta eccezione per Georgia O'Keefe e Laurie Anderson]
- l'assenza di artisti estranei all'asse europeo/americano [solo Lucio Fontana esula dai confini continentali]
- la scelta di lavori realizzati negli ultimi dieci anni, negli Anni Zero dunque non nel XX secolo, soprattutto opere legate alla Unilever Series della Tate Modern [Embarkment di Rachal Whiteread e The weather project di Olafur Eliasson]
- l'assenza di artisti italiani
- l'esclusione della produzione artistica degli anni '80 e '90 [fatta eccezione per un lavoro di Anselm Kiefer del 1991].

Tra i relatori invitati a rispondere alle vostre segnalazioni: Cecilia Canziani, Andrea Lissoni, Carlos Basualdo, Bruce Altshuler, Richard Wentworth, Iwona Blazwick, Marinella Paderni, Lynne Cooke.


Iwona Blazwick, direttrice della Whitechapel Gallery di Londra ci racconta Guernica di Pablo Picasso e le ragioni della sua sua attualità.

A partire da The Nature of the Beast, un progetto speciale commissionato dalla Whitechapel all'artista polacca Goshka Machuga, la Blazwich ci spiega perchè oggi, come allora, il sentimento antibellico trova in quest'opera la sua più famosa traduzione visiva e torna indietro al 1939, quando di fronte a Guernica, ospitata dalla Whitechapel su richiesta del Partito Comunista inglese, vennero lasciate più di quattrocento paia di scarpe che sarebbero poi state inviate a quanti, sul fronte spagnolo, combattevano una guerra civile.

Una forza politica quella di Guernica che non cede al tempo. Basti pensare che nel 2003 l'arazzo di Guernica di fronte al quale Colin Powell tenne il fatidico discorso sulle armi di distruzioni di massa irachene, fu coperto da un telo azzurro. L'arazzo era stato donato da Nelson Rockefeller alla sede centrale delle Nazioni Unite e esposta non a caso fuori dal Consiglio di Sicurezza come deterrente alla guerra.

Bruce Nauman, artista che non compare nella nostra Shortlist, è stato spesso citato dai relatori intervistati. Cecilia Canziani ne traccia un chiaro ritratto e offre - a partire da Walk with Contrapposto del 1968 - una lettura interessante del suo lavoro e del lascito della sua ricerca in quella più attuale. Una riflessione, quella della Canziani, che interseca fortuna e sfortune del monumento nel XX secolo, la storia del camminare nelle pratiche artistiche della seconda metà del Novecento, la performance e la sua dimensione più politica.

"l monumento è qualcosa che il Novecento non ha saputo riconfigurare ma che spesso invece si è riconfigurato per contrapposizione, non per produzione, piuttosto per mancanza, prendendo spesso le forme della rovina. [Cecilia Canziani]

Tra le opere selezionate, compare un Taglio 1949 di Lucio Fontana. C'è un innocente, ma significativo errore in questa segnalazione commenta Carlos Basualdo. I tagli arrivarono solo alla fine degli anni '50, mentre nel 1949 Fontana lavorava ancora sui buchi e il fatto che possano essere confusi stabilisce un certo rapporto tra questi due modi di operare sulla tela propri dell'artista. Un simile errore di attribuzione è emblematico della riconoscibilità di una pratica artistica che implicava una nuova concezione spaziale. Basualdo ci spiega la nozione di spazio in Fontana, ne ricerca similitudini in Pollock e attribuisce la sua diversa natura - rispetto ai contemporanei modelli europei - alle sue origini argentine.

La sigla di Shortlist è stata ideata, composta e realizzata da Nicola Cavinae Rosa Maria Sarri.
 

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