Venerdì 16 settembre, ore 11.30
Piazza Plinio Pellegrini, Pieve Santo Stefano (Ar)


Incontro con: Martina Mellili e Alice Pontiggia
moderano Ilaria Gadenz e Carola Haupt


Il 16 settembre, alle ore 11.30 saremo a Pieve Santo Stefano, dagli amici dell'Archivio dei Diari per presentare in anteprima i due lavori prodotti grazie al supporto del Premio Lucia 2021

Ascolteremo e parleremo di Variazioni su M. - il progetto che Martina Melilli e Botafuego [Carolina Valencia Caicedo e Riccardo Giacconi] hanno pensato a partire dalle lettere di Leo Ferlan - e Cantilenano le onde, il lavoro audio che Alice Pontiggia ha scritto e prodotto da e con Houda Latrech e il suo diario.
 

 

Variazioni su M.
un progetto di Martina Melilli e Botafuego


Leo Ferlan è nato nel 1928 a Idra, allora in provincia di Gorizia, oggi in Slovenia. Studioso di botanica, viene inviato in Algeria nel 1952 per una campagna geo-cartografica dopo aver lavorato per tre anni a Montpellier. All’improvviso irrompe nella sua vita un’amica di amici: Miriam Colautti scrive a Leo per chiedergli come trovare lavoro ad Algeri. È così che tra i due nasce una fitta corrispondenza, che continua anche dopo il ritorno di Leo in Italia, nell’estate del 1954, quando si stabilisce a Bergamo.

A settembre dell’anno successivo si sposano e finalmente, nell’autunno del 1955, lei può raggiungerlo. Leo però muore dopo pochi anni, nel 1961. Miriam ha deciso di donare le lettere di Leo all’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, e così sono arrivate fino a noi. Ha deciso però di bruciare le sue, di cui non resta traccia.

Variazioni su M. lavora sull’assenza delle parole di Miriam, sulla potenzialità di questo spazio vuoto. Martina Melilli e Botafuego hanno chiesto a Renato Rinaldi di dare voce a Leo, e in parallelo hanno invitato una serie di persone – diverse per età, provenienza, esperienze, occupazione e sessualità – a ipotizzare, immaginare e interpretare la metà mancante di questo scambio epistolare: le lettere di Miriam. Ogni volta, la persona è stata invitata a immaginare se stessa nella situazione di Miriam, traendo spunto dalle proprie esperienze e dalla propria traiettoria biografica.

A livello sonoro, lo scambio fra Leo e Miriam è stato reso attraverso il medium che ha oggi preso il posto della lettera: il messaggio vocale.

 

Martina Melilli (1987) è un’artista, regista e programmatrice culturale. I suoi film sono stati selezionati in diversi festival nazionali e internazionali e i suoi lavori esposti e proiettati, tra gli altri, a Palazzo Strozzi (Firenze), al PAC di Milano, al Museo del Novecento di Milano, al MART (Rovereto). Ha vinto l’edizione 2017 di Artevisione con il film MUM, I’M SORRY, poi acquisito dal Museo del Novecento (Milano). My home, in Libya è il suo primo documentario di creazione, prodotto da Stefilm International, ZDF/ARTE, RAI Cinema, con il sostegno del MiBACT – che l’ha riconosciuto anche di interesse culturale – e del Premio Solinas. Il film è stato presentato in prima mondiale al Festival di Locarno nel 2018, per poi viaggiare in molti festival (inter)nazionali vincendo premi e menzioni speciali. Tra il 2019 e 2020 collabora con la rivista Playboy Italia con il progetto CORPO A CORPO | Bodily Conversations. Nel 2020 è finalista del premio d’arte emergente Fondazione Francesco Fabbri, nel quale ha ricevuto la menzione della giuria per il lavoro Un abbraccio. Nel 2022 è selezionata per Berlinale Talents. Melilli conduce lezioni, laboratori e conferenze in numerose istituzioni italiane e internazionali.

Botafuego è un laboratorio bilingue di narrazione sonora, fondato da Carolina Valencia Caicedo e Riccardo Giacconi. Producono e promuovono lavori radiofonici e podcast, in italiano e spagnolo. Collaborano con il programma Tre Soldi di RAI Radio 3 e con Caracol Radio (Colombia). Il loro audiodocumentario Catarsis è stato selezionato per il premio HearSay nel 2021.
Organizzano progetti educativi e workshop di audio storytelling, fra Italia e Colombia.

 

 

Cantilenano le onde
di Alice Pontiggia


Cantilenano le onde è un lavoro radiofonico che nasce dalle conversazioni di Houda Latrech e Alice Pontiggia, avvenute sulle sponde di alcuni dei corpi d’acqua che fanno parte delle loro storie. L’acqua di questi fiumi, laghi o ruscelli, ha inevitabilmente attraversato entrambe. Quali memorie trasportano le loro gocce? Un flusso di parole che le porterà a confrontarsi sulla costruzione delle loro identità, i legami che hanno con le geografie in cui sono nate, quelle in cui sono cresciute e le emozioni che da tutto questo scaturiscono.

Questo dialogo si è costruito a partire da un estratto di Scegliere, il diario di Houda, pubblicato ne Il confine tra noi. Storie migranti, un’antologia dei racconti finalisti del progetto DiMMi 2019.

Alice Pontiggia è architetto, artista e ricercatrice indipendente valtellinese. Attualmente investiga i processi di costituzione delle cosmologie, le relazioni eco-tecnico-simboliche che intercorrono tra uomo e territorio, le alternative per il futuro dell'architettura e il ruolo delle memorie corporee nella definizione dell'identità. Il suo attuale progetto The Act of Recosmizing è supportato dalla comunità DAAS (Decolonizing Architecture Advanced Studies) presso il Royal Institute of Art di Stoccolma, ed esplora le geografie della bassa Valtellina. I suoi lavori, che partono dalle discipline spaziali, dalla filosofia e dal lavoro sul campo, sono presentati attraverso la scrittura, l'architettura, il video, le pratiche psicofisiche e il suono. Ha lavorato come architetto, in modo collaborativo e indipendente, in Messico e Italia, dove attualmente esercita. Ha ottenuto una Laurea Architettura presso il Politecnico di Milano e Tongji University. Si è formata come musicista per quattordici anni.

 

 

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