Il Mercato dell'Arte - Galleristi a confronto

Dal Festival dell'Arte Contemporanea 2009

LECTURES

Da Faenza, Festival dell'Arte Contemporanea 2008.

Quel mercante di quadri era un omaccione infagottato, in un vecchio cappotto che gli dava l'aria di un malandato vetturino, faccia rossa chiazzata di viola e con voce da alcolizzato. Sotto lo spesso strato di grasso era comunque un valente intenditore che aveva il gusto e il fiuto della nuova pittura; non si confondeva mai con gli imbrattatori mediocri e puntava dritto d'istinto sugli artisti originali ancora contestati, di cui il suo paonazzo naso fiutava da lontano la crescita. Questo non gli impediva però di mercanteggiare ferocemente con una scaltrezza implacabile, per portarsi via a basso prezzo il quadro che gli faceva gola. E poi si accontentava di un modesto guadagno, avendo puntato sul rapido ricambio del suo piccolo capitale, senza comprare mai nulla al mattino che non sapesse a quale dei suoi amatori avrebbe rivenduto la sera. Oltretutto sapeva mentire in modo eccelso. [Emile Zola]

L'arte sbianca.

A dirlo è Massimo Minini che non risparmia colpi diretti al mercato dell'arte e non spreca carinerie per il pubblico presente. Un excursus storico il suo, che da Pandolfo e Giulio II a Thiessen e Siemens presenta l'arte e il suo sistema come uno specchio del potere, come una lavanderia a gettoni per lavar via le macchie di più o meno iniqui reati.

L'arte attribuisce quarti di nobiltà altrimenti inesigibili e se il potente compra opere per chiedere scusa, Mario Cristiani pensa alla responsabilità degli operatori dell'arte nello sfruttare quei sensi di colpa per lasciare in eredità - simbolica, materiale e artistica - una contemporaneità degna del lascito della nostra storia. Ma il mercato dell'arte è anche continua ridefinizione dei suoi confini, delle modalità di commercio, di selezione, di vendita e acquisto - come sottolineano Massimo Di Carlo e Alexis Hubshman - organismo infine che deve tenere il passo e fare i conti con la globalizzazione dell'economia, con la nascita e l'alternarsi di nuovi mercati, con le congiunture negative e le bolle speculative.

Quale sarà il suo futuro? Senza la sfera di cristallo, come dice Pepi Marchetti, niente è certo se non un necessario uso di buon senso.

La musica che introduce l'estratto di Massimo Minini è Non è possibile di Mou, scaricabile dalla netlabel aquietbump.com.

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