Arte senza precedenti

Un incontro possibile tra arte outsider e arte contemporanea

LECTURES

L'arte non fa vedere ciò che è visibile ma ciò che è invisibile. [Paul Klee]

Il termine Art Brut è stato coniato nel 1947 dall'artista Jean Dubuffet per riunire in un'unica categoria, le varie creazioni di artisti emarginati, sociali e mentali.

A trent'anni dalla Legge Basaglia, per la serie di incontri promossa da Unicredit ad Artelibro si è parlato di marginalità, di gestione delle diversità e di outsider art; cosa è, come dialoga oggi con l'arte contemporanea, quali sono le difficoltà nell'inquadramento critico di un'arte inconsapevole - per la quale non si può parlare di telos e di intenzionalità d'artista - come, attraverso l'arte, si possa mediare la diversità mentale, con il suo bagaglio di metafore e ricchezza creativa.

Occasione di questo incontro è stata la presentazione di Acrobazie#4, un progetto - a cura di Elisa Fusco - che ha l'obiettivo di creare relazioni e vicinanze tra il mondo dell'arte contemporanea, le giovani leve dell'arte italiana e gli artisti dell'Atelier di Pittura Adriano e Michele , ospitato all'interno dell'ospedale psichiatrico Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro.

A parlarne Catterina Seia, responsabile di Unicredit & Art sponsor del progetto; Giovanni Foresti, psichiatra e psicanalista; Bianca Tosatti, critica ed esperta di arte outsider e Stefano Ferrari, psicologo dell'arte e docente del DAMS di Bologna.

Dopo una breve ma esaustiva panoramica di Bianca Tosatti sulla storia dell'art brut e del processo di storicizzazione e legittimazione dell'arte irregolare - vero e proprio argomento cerniera che unisce sociologia, psichiatria, storia dell'arte e antropologia - si discute della responsabilità critica implicita nell'attribuzione di valore artistico a forme espressive che non sembrano e non sono dominate da intenzionalità o volontà di condivisione con il pubblico.

È poi Ferrari a sollevare alcune criticità relative alla musealizzazione dell'art brut e all'attribuzione di senso alla parola "irregolare". L'irregolarità sta meramente nella poetica dell'artista, nella sua personalità oppure è un problema di cornice, di contesto all'interno del quale l'autore si trova ad operare ed il fruitore a vedere? Ed infine, qual è il rapporto tra outsider art e arte-terapie? Ce lo spiega Stefano Foresti che per anni ha seguito l'atelier di San Colombano al Lambro.

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