Adelita Husni Bey - La seduta

Venezia, Biennale Arte 2017

INTERVISTE

La Seduta / The Reading di Adelita Husni Bey è parte de Il mondo magico, il progetto curatoriale di Cecilia Alemani per il Padiglione Italia alla 57ma Biennale d'Arte di Venezia. 

 

Adelita Husni Bey, La Seduta / The Reading, 2017, installazione video 4K, 1 canale, 7.1 Dolby Surround. Still da Video. 

 

Il 24 gennaio 2017 Donald Trump revocava il veto imposto dall'amministrazione di Barack Obama all'ampliamento di due oleodotti, il Keystone e il Dakota Access, aprendo loro la strada fino all'Illinois e alle raffinerie del Golfo del Messico. Le proteste in North Dakota, vicino alla riserva Sioux di Standing Rock, continuavano sotto la neve, fino a spegnersi negli scontri con la polizia. 

 

Negli stessi mesi, a New York, Adelita Husni Bey leggeva Federico Campagna e si preparava a rappresentare l'Italia alla 57° Biennale d'Arte di Venezia. Seguirne il lavoro significa farsi strada tra teorie di pedagogia radicale, non competitiva, anarchica verso modelli e metodologie formative per la creazione di una società cooperativa, di una realtà alternativa.

 

Dalla Escuela Moderna di Francesc Ferrer i Guàrdia alla Pedagogia degli Oppressi di Paulo Freire, dal modello partecipativo del laboratorio - vedi White Paper: The Law del 2015 - agli espedienti narrativi che utilizza nel suo lavoro - l'isola come metafora di autonomia in Postcards from the desert Island del 2011 ad esempio - i progetti di Adelita Husni Bey creano uno spazio di agenzia e di immaginazione, invitano gli individui ad agire nel proprio contesto o a immaginare possibili alternative di azione. 


Il compito di un artista per Husni-Bey è quello di creare situazioni ed esperimenti dove diversi soggetti coinvolti, e di conseguenza gli spettatori, possano comprendere a fondo la propria connessione con i rapporti di potere economici e sociali dell’età contemporanea.
[da ilmondomagico2017.it]

 

Adelita Husni Bey, La Seduta / The Reading, 2017, installazione video 4K, 1 canale, 7.1 Dolby Surround. Still da Video. 

 

La seduta / The Reading, il progetto presentato a Venezia, ha origine a febbraio 2017 con una serie di discussioni, momenti performativi ispirati al Teatro dell'Oppresso, incontri con ricercatori e artisti - Julian Brave NoiseCat, membro di governo dei Secwepemc, una delle First Nations canadesi e ricercatore in Global and Imperial History a Oxford, Hannah Black, artista e scrittrice, Elizabeth Povinelli docente di Antropologia alla Columbia University, Evan Calder Williams artista e scrittore,  Silvia Federici docente e attivista italo americana - che hanno condotto un gruppo di ragazzi a riflettere sul proprio legame, individuale e collettivo, con l'ambiente, affrontando i temi del valore - che valore diamo alla terra? - e dell'estrazione-sfruttamento che le infliggiamo. 

 

L'espediente narrativo che guida la discussione è la lettura dei tarocchi disegnati dalla stessa Husni Bey che nel tentativo di trascendere ogni dicotomia associata alla discussione intorno all'estrazione, ha deciso di scomporne il tema in una sorta di sottomenù di concetti correlati: valore, vulnerabilità, terra, suolo....

 

I tarocchi sono dunque uno strumento pedagogico nel loro appartenere al territorio della magia intesa come la capacità di produrre una narrazione altra che permetta di oltrepassare l'ostacolo di turno...

 

More than coping with reality, magic is a way of understanding that there are different registers and different realities. Usually there is a kind of hegemonic understanding in neoliberal culture that everything can be used, parceled, split in smaller parts, packaged and I feel this [magic] is a very distinct way to think about what we inhabit, it is a way of understanding our implications in a system that packages. To me the film is supposed to think through those steps: how are we implicated? how are we complicit in a system that extract without thinking of the consequences?
[Adelita Husni Bey]

 

Adelita Husni Bey, After the finish line, 2015. Still da video.

 

Abbiamo incontrato l'artista a Venezia e abbiamo parlato di tarocchi come queering practice, di magia come momento narrativo che permatta di oltrepassare il pensiero funzionalista, di pedagogia e comunità, di distanza e coinvolgimento. 

 

 

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