Perché è importante concentrare la nostra attenzione sul modello di Venezia? Perché gli artisti creano modelli attraverso i quali pensare il mondo. Se guardiamo alla situazione globale contemporanea, che cosa vediamo? Mura innalzate attorno alle nazioni, immigrati che vengono espulsi, vediamo il crescente squilibrio fra ricchi e poveri, economie che crollano. Perché il mondo della cultura dovrebbe riflettere così fedelmente quella realtà? Non dovrebbe farlo. Forse non riusciremo a cambiare il mondo, ma possiamo almeno sforzarci di non riprodurlo in maniera così fedele nell’ambito della cultura. Se è vero che gli artisti creano modelli con cui pensare il mondo, proviamo a creare un modello di Venezia che non sia una riproduzione degli squilibri della nostra società.
[Alfredo Jaar, Note su Venezia]

Alfredo Jaar, Venezia, Venezia, Padiglione del Cile, 55.Esposizione Internazionale d’Arte, Il Palazzo Enciclopedico, la Biennale di Venezia


Non siamo nuove agli incontri con Alfredo Jaar [a Venezia nel 2009 e a Liverpool nel 2010] e negli anni, ogni volta è come se il discorso riprendesse laddove si era interrotto la volta precedente. In occasione della 55.ma Biennale d'Arte di Venezia la nostra conversazione è ripresa e siamo tornati a parlare del suo lavoro ma soprattutto di responsabilità dell'artista e dell'intellettuale, della capacità di aspettare, ascoltare, guardare, per poi porsi delle domande.

Dopo un primo sguardo all'installazione di Alfredo Jaar nel padiglione cileno all'Arsenale, ci si potrebbe domandare dov'è il Cile? e in effetti il Cile non c'è. Venezia Venezia accoglie il visitatore con una fotografia scattata da Lucio Fontana nel 1946, in mezzo alle rovine del suo studio milanese dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: un monito di distruzione ma anche un ricordo della grande forza creativa e intellettuale che da quelle rovine risorse.

Lucio Fontana cammina tra le rovine del suo studio milanese durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Superata l'immagine di Fontana, ci si trova di fronte a una vasca piena di acqua verdastra. Lo stesso colore dell'acqua della Laguna di Venezia. Per chi ha pazienza di aspettare, all’incirca ogni tre minuti un modellino in scala dei Giardini della Biennale emerge dall’acqua come una visione, resta in superficie un tempo sufficiente per essere riconosciuta per poi discendere rapidamente nelle acque cupe e tornare nell’oscurità. I Giardini scompaiono come un fantasma del passato e quello che resta è solo una possibilità di rinascita e la sensazione che quello di Jaar sia un invito poetico a ripensare l’intero modello espositivo della Biennale.

Alfredo Jaar, Venezia Venezia, installation view, 2013.

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